giovedì 4 ottobre 2007

ho fatto

un po' di fretta, un po' troppo di fretta, certo.
rimpiangerò le birre che non ho bevuto per festeggiare, sono invece corso via dal tribunale. e ci sono già a 700 chilometri, e domani pretendo di tornare alla vita quotidiana.
si sappia comunque che in un tribunale tutto e il contrario di tutto può capitare, il diritto è più incerto lì che ovunque altro al mondo. gli avvocati arrivano all'ultimo momento o non arrivano affatto, danno pacche sulle spalle, non ascoltano mai e parlano sempre, offrono caffè, hanno una battuta per tutti, ed il loro lavoro sembra essere quello e nient'altro.
siamo noi che ci presentiamo illusi, armati dei diritti che crediamo di avere; e i termini ci sono presentati come improrogabili mentre non lo sono quasi mai.
ho fatto dunque. mi sono presentato di fronte a un giudice con un numero e due assegni, ed è andata bene. due più disgraziati di me hanno partecipato all'asta che doveva salvarmi la vita o ammazzarmi. ho dovuto solo aspettare il tempo legale per i rilanci: 180 secondi, scanditi da un tabellone rosso sottratto ad una vecchia edizione di giochi senza frontiere. truccato da Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi in persona però: altrimenti non si spiega come 3 minuti possano durare tre ore, tre giorni, tre vite.

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