mercoledì 31 ottobre 2007

libano/10: comprare zampirone

fra pochi giorni tornerò a casa, più confuso e curioso che mai. non che tre settimane possano bastare a capire alcunchè di un posto qualsiasi, ma di sicuro non di questo qui.
questo nebuloso paese di tutti, pieno di buoni e di cattivi, di resti fenici e romani, con l'università americana e i lussi insensati eppure affascinanti di alcuni di questi mediorientali sui generis, commercianti da generazioni, abilissimi a creare ricchezza ma forse incapaci di vedersi popolo.
gli hezbollah sono gli unici a sbattersi per se stessi e per gli altri, a quanto pare. uno stato nello stato, che però non si fa giudicare facilmente: integralisti e solidali, partigiani e terroristi. sono i più musulmani di tutti, ma sempre e comunque una minoranza.
i libanesi della media borghesia, a quanto pare tendono a parlarsi in francese. la loro lingua madre è l'arabo, ma a scuola non si studia più: per cui continuano a parlarlo ma se incontrano, che so, un egiziano, si capiscono poco. scrivere in arabo, leggere in arabo, lo fanno sempre meno.
nonostante tutto, non pare il caso di parlare del solito popolo che perde l'identità. loro si piacciono così, sono sempre stati così. non danno punti di riferimento, come certi centravanti ungheresi degli anni 50.

ma guarda in che discorsi mi vado a infilare. è che non c'è verso di dormire, le zanzare non danno tregua e come al solito ho mangiato troppo.

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