domenica 28 ottobre 2007

libano/9 - sud


sono entrato inconsapevole, ma solo un po', nella mia terza e ultima settimana qui. oggi un piano più ambizioso mi doveva portare a damasco, quattro ore di taxi collettivo da beirut se va tutto bene alla frontiera. invece no: ma a damasco bisogna andarci, e presto e comunque lo farò.
non sono andato perchè il weekend comprendeva già troppe cose.
il mercato souk el tayeb, il punto di riferimento un po' controverso di quelli che si vorrebbe fare noi, oggi era più bello che mai. con più banchi e persone. più colore, più cooperative di donne delle montagne e alcuni mai visti contadini del nord. alla terza visita di fila, posso ormai salutare metà delle persone che ci vedo e persino capire quando mi dicono che dovrei imparare un po' d'arabo, perchè vorrebbero parlarmi di più.
al pomeriggio c'è stato il sud, e perdermelo sarebbe stato un peccato.
l'ho capito ormai o no, che questo è un paese assurdo? il sud, a prima vista lo diresti più ricco, a giudicare dalla campagna, i bananeti, le palme cariche di datteri... ma a saida ci sono i bambini palestinesi che fanno l'elemosina e ti si attaccano alle braccia, come raccontano quelli che hanno visto lontane povertà.
abbiamo pranzato spiedini a saida, in un fornello pronto come si fa a cisternino, che in puglia è il paese della carne arrosto. proibiti gli alcolici, e un rimbambito è entrato nel ristorante armato di coltello per risolvere chissà che controversia. l'hanno cacciato a calci in un nanosecondo, che è stato comunque un po' lunghino.
e poi siamo andati a tiro. tyr e saida, tiro e sidone come alle scuole elementari, in un pomeriggio solo.
30 gradi ancora, un cinema all'aperto, mare, mare, mare e lungomare: non ho portato il costume è una scusa un po' sfigata e lo so, ma da queste parti il bagno in mutande proprio non si fa.

Nessun commento: